recensioni di Gianni Brunoro per Fumo di China e Anafi
Gianni Brunoro
ANGELI E MOSTRI
di Gianni Brunoro
La fantascienza, specie il fantasy, può permettersi voli
pindarici inimmaginabili per altri settori narrativi. Lo sa bene un nostro
fumettista, Roberto Bonadimani, che da oltre mezzo secolo si diverte a
inventare mondi insoliti, con costante coerenza. Dopo tanti racconti e alcuni
graphic novel, ci ammannisce ora una sua ultima creazione. Il titolo, Verdecaos, allude a uno dei vari aspetti
di un pianeta-metafora della nostra Terra, benché abbastanza diverso. È un
mondo di fitte foreste, fittamente popolate da forme infinitamente bizzarre,
dove vivono individui alati, con esseri femminili dalle forme angelicate
(benché dai piedi demoniacalmente biforcuti e anche forniti di speroni) eppure di
piccante nudità. Ma in Verdecaos
vigono regole rigidissime e spietate, e le foreste sono popolare anche da una
numerosa varietà di mostri, tanto orridi quanto crudeli. Una situazione cui si
ribella Thilà, intenzionata a sovvertire queste regole troppo rigidamente
invivibili, in nome dell’amore per la libertà. Ma per conseguire la sua
personale rivoluzione deve affrontare una lunga odissea, insieme alla sorella
Thiò, durante la quale incontreranno anche gli uomini della loro vita, Bonfit e
Shiass. Il pianeta è caratterizzato da periodi alternativamente caldi e
gradevoli a talmente gelidi da costituire un pericolo mortale. I protagonisti
vivono nel secondo di tre livelli, quello sottostante all’esterno, molto
pericoloso, mentre su quello loro inferiore si raccontano storie tenebrose e
mitiche. Un po’ per effetto del caso e un po’ per il coraggio di Thilà, il
gruppo dei protagonisti finisce per accedervi e scoprire una realtà
stupefacente... La lunga avventura è raccontata da Bonadimani in maniera
semplice e accattivante, ma con una intensa suggestione visuale: il montaggio
delle tavole è assolutamente diverso di pagina in pagina, e benché sia quasi
del tutto abolita la sequenza delle vignette, la leggibilità consequenziale non
genera confusioni. Soprattutto è stupefacente la ricchezza delle forme vegetali
costituenti il groviglio vegetale che fa da sfondo al racconto: percorso da
orrendi mostri dalla struttura e dalle caratteristiche ugualmente ammirevoli.
Con ciò, Bonadimani si conferma ciò che – lo sappiamo – è sempre stato: l’unico
autore italiano integralmente di fantascienza, in quanto persegue da sempre soltanto
questo settore narrativo. (G.B.)
VERDECAOS
di
Roberto Bonadimani
120
pp., bross., Bianco/nero
Ed. Self-Press
[verde-caos.blogspot.it], Euro 15,00.
CONTRO
REGOLE ASSURDE
di Gianni Brunoro
Singolarissimo
caso, quello di Roberto Bonadimani. Il quale è assolutamente definibile –
secondo me – l’unico autore italiano di fantascienza. Beninteso, in Italia ce
ne sono vari altri, ma sono o autori soltanto di testi, oppure di un qualche
titolo fantascientifico ma nel contesto di altre loro produzioni. Bonadimani,
no: fedele al proprio mondo da oltre cinquant’anni (dal 1973, per i
perfezionisti) e composto da decine di racconti e alcuni graphic novel (prima
ancora dell’invenzione del termine). Fatti tutti da solo, tutti ed
esclusivamente di fantascienza (una FS peraltro di connotazioni particolari) e
soprattutto titolari di uno stile grafico di notevole originalità, inimitabile
e rimasto sempre coerente durante i decenni. Oggi, ancora una volta egli ci
presenta un romanzo che ha differenti motivi di interesse, pubblicato grazie
alla Self-LP-Press del collega e amico
Luca Pozza e intitolato Verdecaos. Il plot del racconto è una specie di
inno alla libertà, ribadito tramite una particolare odissea, che è la sostanza
dell’avventura in cui esso si sostanzia. Si potrebbe dire che è tutto sommato
un racconto corale, perché i personaggi sono più d’uno, ma fra di loro emerge
il personaggio femminile di Thilà: è lei che, soprattutto, si ribella alle
regole ferree – immutabili e inaccettabili – dell’ambiente in cui vive. Regole
spietate di un mondo troppo rigidamente ordinato (summum ius, summa iniuria)
alle quali Thilà si ribella per ragioni etiche tendenti a infrangere la cecità
della burocrazia tramite l’istinto e una certa irrazionalità guidata dal cuore.
La vicenda è raccontata in una specie di lungo flashback, quando Thilà
ripercorre da vecchia la propria vicenda per raccontarla i propri figli.
L’ambiente è il verdecaos, “dove la vita brulica e la morte aspetta
dietro ogni foglia e ogni angolo”. In effetti si tratta di una immensa foresta,
irta di pericoli di ogni tipo, in cui si sviluppa la vicenda, che vede
protagoniste quasi esclusivamente delle creature femminili: creature virginali
asessuate, di innocente eppur piccante nudità, dalla leggiadra levità di
farfalle, benché fornite di pesanti piedi biforcuti da demone caprino e per di
più con speroni posteriori... Si trovano ad attraversare un mondo formicolante
di creature vegetali e di esseri dalla vita animale, tanto mostruosi (nel loro
comportamento) quanto affascinanti per noi lettori sotto l’aspetto visuale: e i
cui nomi – scannatore, fagocito, succhiatore, tuttodenti... – non lasciano
dubbi sulle terribili funzioni cui sono dediti. L’odissea vissuta dalle
protagoniste le fa andare incontro a tremendi pericoli, superati grazie alla
caparbia forza di volontà in nome del principio della libertà; ma anche
incontrare coloro che saranno poi i compagni della loro vita. Sul piano
grafico, la storia è narrata in tavole dense che raffigurano ambienti
lussureggianti, costituiti sempre e ovunque da fittissimi grovigli di forme
biomorfe. Ciò che in realtà è lo stile tipico di Bonadimani, da lui qui
riproposto al livello della sua consueta opulenza barocca: ma con la maestria
dell’esperienza i via via acquisiti trucchi del mestiere che gli hanno
insegnato a renderlo ancora più amabile di quel solito horror vacui con
cui si presenta alla visuale. Il libro è del resto dotato di una consapevole
introduzione dello stesso Bonadimani, la quale è al tempo stesso paratesto,
auto-esegesi, metatesto… A conferma della sua complessità di scrittore, prima
che disegnatore, e della sua profonda e convinta cultura settoriale. È questo
l’insieme di ragioni per cui, come detto sopra, egli è l’«unico» autore
italiano di fumetti fantascientifici, in declinazione fantasy. (G.B.)
Roberto Bonadimani, Verdecaos, Ed. Self-LP-Press,
Località n.i. [dr.watson@alice.it], 2016,
120 pp. in B/N, f.to 21x30, bross., Euro [s.i.p.].
Ho appena finito di leggere il libro.
RispondiEliminaBellissimo come tutti i lavori di Bonadimani
ciao Umberto (vedo solo adesso il tuo commento), grazie!!!
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